SECONDA UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI NAPOLI FACOLTÁ DI MEDICINA E CHIRURGIA DIPARTIMENTO DI PSICHIATRIA, NEUROPSICHIATRIA INFANTILE, AUDIOFONIATRIA E DERMATOVENEREOLOGIA Direttore: Prof. Mario Maj IL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS: VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DELL’EYE MOVEMENT DESENSITIZATION AND REPROCESSING IL DISTURBO POST- TRAUMATICO DA STRESS STORIA E PROBLEMATICHE DIAGNOSTICHE QUADRO CLINICO NEUROANATOMIA E NEUROFISIOLOGIA TRATTAMENTO Terapia farmacologica Trattamento psicoterapeutico
EYE MOVEMENT DESENSITIZATION AND REPROCESSING
STORIA TEORIE ELEMENTI DI BASE DELLA PROCEDURA
PARTE III VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA
MATERIALI E METODI Criteri di selezione e descrizione del campione Strumenti di valutazione Analisi statistica RISULTATI DISCUSSIONE CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA
Nel secolo scorso numerosissimi studi sono stati effettuati e pubblicati
sugli effetti a breve, medio e lungo termine dei traumi sull’equilibrio
psicofisico sia da un punto di vista psicodinamico che neurobiologico.
Gli studi di Freud sui traumi infantili e sulle nevrosi traumatiche
hanno inaugurato la vastissima letteratura psicoanalitica su questi
argomenti; nel 1925 in "Inibizione, sintomo e angoscia", egli fornì la
seguente definizione di trauma: “Il trauma è un'esperienza di
impotenza sperimentata in assenza di un oggetto protettore,
un'esperienza non prevedibile vissuta in condizioni di passività”(1).
Nel 1956 Selye pubblica “The stress of Life”, proponendo per la
prima volta un modello animale di stress (2). Circa un decennio più
tardi Holmes & Rahe focalizzarono la loro attenzione sugli eventi
stressanti, proponendo una checklist degli avvenimenti importanti
della vita di una persona che, come tali, possono essere degli stressors
(3). Dopo questa pubblicazione si svilupparono migliaia di articoli che
tematizzavano il rapporto negativo tra i mayor life event (avvenimenti
importanti) e le conseguenze deleterie per la salute fisica e mentale.
Soltanto sui giornali sociologici e psicologici sono stati scritti oltre
3000 articoli sul rapporto tra stress e salute dal 1985 al 1995 (4).
Paradossalmente anche a causa dei numerosissimi studi sull’origine
traumatica o conflittuale delle nevrosi vi è stato un notevole ritardo
nella sistemazione nosografica dei disturbi post-traumatici, i quali fino
al 1980 sono stati annoverati genericamente tra le sindromi ansioso-
depressive. A favore del fatto che vadano considerate quali entità
nosologiche distinte giocano una relativa stereotipia sintomatologica,
una scarsa variabilità di essa e la nulla o scarsa valenza terapeutica dei
presidi utilizzati per gli altri disturbi d’ansia. Mentre in questi ultimi
una buona risposta terapeutica si è ottenuta con l’utilizzo di
benzodiazepine e serotoninergici, molto poche risultano a tutt’oggi le
evidenze riportate in letteratura circa la reale efficacia di questi
farmaci nel disturbo post traumatico da stress (DPST). Tanto che le
revisioni della letteratura pubblicate secondo i criteri dell’Evidence
Based Medicine considerano al momento quali interventi di prima
scelta quelli psicoterapeutici e segnatamente quelli cognitivo-
comportamentali. Alcuni studi hanno riportato incoraggianti risultati
dell‘Eye Movement desensitization and reprocessing (EMDR).
IL DISTURBO POST- TRAUMATICO DA STRESS
dell’Associazione Psichiatrica Americana (DSM I), le sindromi di
risposta allo stress erano incluse nella categoria “gravi reazioni allo
stress” e non costituivano una entità diagnostica distinta. Con la
pubblicazione del DSM III e del DSM III R è stata introdotta una
specifica categoria diagnostica, il DISTURBO POST-TRAUMATICO
DA STRESS (DPTS), inclusa nell’ambito dei disturbi d’ansia.
L’individuazione di questa entità nosografica è stata determinata dalla
grande quantità di ricerche e studi che, a partire dagli anni ‘’70, sono
stati effettuati sui reduci e su campioni di persone che avevano subito
traumi in occasione di disastri tecnologici, naturali,incidenti stradali,
etc. Come ha sostenuto Gabbard : “Anni di costanti pressioni da parte
dei veterani hanno spronato l’American Psychiatric Association a
riconoscere ufficialmente il DPTS come entità diagnostica degna di
essere inclusa nella versione del 1980 del DSM III”(Tabella I).
La caratteristica essenziale del Disturbo Post-traumatico da Stress,
secondo il DSM IV TR (Text Revision) è lo sviluppo di sintomi tipici
che seguono l’esposizione ad un fattore traumatico estremo che
implica l’esperienza personale diretta di un evento che causa o può
comportare morte o lesioni gravi o altre minacce all’integrità fisica; o
la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce
all’integrità fisica di un’altra persona; o il venire a conoscenza della
morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o
lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con
cui è in stretta relazione (Criterio A1) (Tabella II).
Il DPTS si sviluppa come reazione a uno o più traumi che la persona
vive senza riuscire a dargli un senso, non elaborando correttamente il
trauma ossia non attribuendogli un significato coerente con i fatti
vissuti. In altri termini esso si configura come una grave inabilità a
ricordare importanti aspetti del trauma, intendendo per trauma ogni
ferita emotiva, sia di tipo attivo che passivo. Per cui qualsiasi stimolo
che la persona riceve dentro o fuori di sé può far rivivere il trauma
creando elevate risposte di stress psico-fisico. Tuttavia ancora oggi
taluni psichiatri ritengono che il DPTS non sia veramente una distinta
categoria diagnostica, ma piuttosto un misto di depressione e di ansia
(5). Il DSM IV TR include tra i criteri diagnostici il tipo di risposta
della persona all'evento stressante che deve comprendere paura
intensa, il sentirsi inerme o il provare orrore (oppure, nei bambini, la
risposta deve comprendere comportamento disorganizzato o
agitazione) (Criterio A2) (Tabella III). I sintomi caratteristici che
risultano dall'esposizione ad un trauma estremo includono il continuo
rivivere l'evento traumatico (Criterio B), l'evitamento persistente degli
stimoli associati con il trauma, l'ottundimento della reattività generale
(Criterio C) e sintomi costanti di aumento dell' arousal (Criterio D). Il
quadro sintomatologico completo deve essere presente per più di un
mese (Criterio E) e il disturbo deve causare disagio clinicamente
significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o
Una controversia nel passaggio dal DSM III al DSMIV è quella
relativa alla tipologia dell’evento legato allo stress.
La posizione del DSM III_R, secondo cui era necessario che l’evento
fosse al di fuori dell’ambito dell’esperienza umana abituale, era così
inequivocabilmente, una sintomatologia post-traumatica.
Pertanto nel DSM IV TR (6), il ruolo dello stressor è stato modificato
Ma anche questa tipologia di eventi risulta, secondo alcuni autori,
ancora troppo restrittiva, infatti le condizioni previste dal criterio Al,
non sono le sole che è razionale considerare traumatiche (7), per
esempio abusi psicologici subiti nell’infanzia o in altre età della vita
(mobbing), bruschi cambiamenti di vita, separazioni, divorzio etc. In
ogni caso poiché il criterio A1 ha a che fare con il vissuto emozionale
della persona, con la modalità cioè di risposta all’evento percepito
come traumatico “ i criteri adottati dal DSM IV- TR per definire che
cosa è e che cosa non è un evento traumatico non avrebbero un
fondamento clinico o teoretico sufficientemente solido” (8). Ciò anche
perché mentre un tempo si pensava che la gravità della sintomatologia
post-traumatica fosse direttamente proporzionale alla gravità dello
stress, studi empirici suggeriscono diversamente. D’altra parte il DSM
IV TR, nell’elencare i possibili eventi causa di stress applica criteri di
inclusione, ma non di esclusione; infatti (Tabella IV) i possibili eventi
traumatici “includono, ma non sono limitati” a quelli citati
Analogamente, sempre secondo il DSM IV TR gli eventi vissuti in
qualità di testimoni “includono, ma non sono limitati a, l’osservare il
ferimento grave o la morte innaturale di un’altra persona dovuti ad
assalto violento, incidente, guerra o disastro o il trovarsi di fronte
inaspettatamente a un cadavere o a parti di un corpo”(9).
Infine “gli eventi vissuti da altri, ma di cui si è venuti a conoscenza,
includono, ma non sono limitati a, aggressione personale violenta,
grave incidente o gravi lesioni subiti da un membro della famiglia o da
un amico stretto; il venire a conoscenza della morte improvvisa,
inaspettata, di un membro della famiglia o di un amico stretto; oppure
il venire a conoscenza di una malattia minacciosa per la vita di un
proprio bambino. Il disturbo può risultare particolarmente grave e
prolungato quando l’evento stressante è ideato dall’uomo (per es.,
I sintomi
Secondo il DSM IV il DPTS è caratterizzato dai seguenti aspetti
1) sintomi intrusivi: ricordi ricorrenti e disturbanti dell’evento;
sogni sgradevoli ricorrenti aventi per tema l’evento traumatico.
In alcuni casi il rivivere l’evento traumatico comporta il
configurarsi di un vero e proprio stato dissociativo, durante il
quale vengono rivissute parti dell’evento e la persona si
comporta come se stesse vivendo l’evento in quel momento.
2) Sintomi di evitamento: L’individuo evita scientemente gli
stimoli associati con il trauma, si sforza di evitare pensieri,
sentimenti o conversazioni che riguardino l’evento traumatico,
evita attività, situazioni o persone che suscitano ricordi di esso.
Questo evitamento può comportare amnesia per qualche aspetto
importante dell’evento traumatico. Concomitano spesso
3) Sintomi di iperattivazione: sintomi persistenti di ansia o di
aumento dell’arousal non presenti prima del trauma, incluse
difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno,
ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme. Vengono inoltre
riferite irritabilità o scoppi d’ira o difficoltà a concentrarsi o a
NEUROANATOMIA E NEUROFISIOLOGIA DEL DPTS
Nel PTSD si verificherebbero una serie di imponenti modificazioni
biologiche a livello dell'ippocampo e dell’amigdala. L’ippocampo è
responsabile dell'acquisizione e del mantenimento di nuovi ricordi
coscienti ( ); l'amigdala media l'esperienza emotiva della paura ().
L'associazione e la ri-sperimentazione della paura, che sono mediate
dall'amigdala, non sono dipendenti dall'ippocampo; esse agiscono
attraverso vie nervose che vanno dal talamo sensorio all'amigdala,
bypassando completamente l'ippocampo e la neocorteccia. Ciò
significa che, perché un qualsiasi stimolo sensorio collegato al trauma
subito produca i sintomi tipici del DPTS, non è necessario avere
ricordo cosciente dell'incidente. La vittima può anche ricordare
l'incidente, attraverso il sistema mediato dall'ippocampo. Tuttavia la
risposta di paura ad uno stimolo non richiede alcun ricordo cosciente e
può verificarsi senza di esso. Una volta che le connessioni neurali che
mediano un'associazione traumatica si sono realizzate nell’amigdala ,
esse rimangono intatte per tutta la vita del soggetto. L'ippocampo,
invece, è programmato per ricordare i dettagli e le sfumature degli
Cahill ha rilevato che il ricordo di tipo cosciente, durante momenti
stressanti dal punto di vista emozionale, è mediato dall'adrenalina e
dalla noradrenalina; esse sono attivate indirettamente dall'amigdala
durante momenti di stress e di pericolo, ed entrambe a loro volta
attivano l'ippocampo e l'amigdala.Un altro ormone stress-correlato,
il cortisolo, è secreto in circolo in risposta a un segnale ormonale a
partenza ipofisaria scatenato, al momento dello stress, dalla stessa
amigdala, attraverso l'ipotalamo. Questi ormoni dello stress agiscono
insieme per preparare l'organismo alla risposta di lotta-o-fuga.
Tuttavia negli ultimi anni è diventato sempre più chiaro che l'eccesso
di cortisolo ha effetti di vasta portata sulla memoria (). Alti livelli di
cortisolo, come quelli presenti durante uno stress traumatico, hanno
effetti opposti sull'amigdala e sull'ippocampo: il cortisolo aumenta
l'attività dell'amigdala; al contrario, l'attività dell'ippocampo dapprima
aumenta poi drammaticamente diminuisce all'aumentare dei livelli di
In base ai presupposti neurofisiologici il farmaco «ideale» per il
trattamento del DPTS sarebbe quello che riesce ad integrare tutti i
normalizzandone il funzionamento. Dovrebbe essere, quindi, una
sostanza ad azione prevalentemente modulatoria sugli altri sistemi.
Tale ruolo potrebbe essere svolto dal sistema serotoninergico e quindi
il presidio terapeutico più razionale sembra essere proprio l’utilizzo di
Nella pratica invece la terapia farmacologica nel DPTS costituisce
trattamento di seconda scelta rispetto all’utilizzo di tecniche
psicoterapeutiche secondo la maggior parte degli autori (21, 22, 23,
24). Dalla maggior parte della letteratura sembra comunque emergere
che la diversità di risposta alla terapia farmacologica, agente sui vari
sintomi ma non in grado di coprire tutti i cluster sintomatologici,
possa dipendere da una serie di variabili fra cui il diverso tipo di
trauma, il sesso, la diversa età di insorgenza ed altre variabili ancora
da definire meglio. Secondo alcuni autori un trattamento
modificazioni strutturali del cervello che richiedono un certo tempo
per verificarsi e per stabilizzarsi (25). I sintomi che possono trarre più
giovamento dalla terapia farmacologica sono l’ansia, la depressione e
l’iperattivazione, mentre l’evitamento e la negazione rispondono poco
ai farmaci. Tra i serotoninergici sono stati utilizzati sertralina,
fluoxetina e paroxetina. Sono stati adoperati anche brofaromina,
carbamazepina, imipramina e fenelzina; gli studi clinici riportati a
tutt’oggi hanno dato risultati controversi che non suffragano appieno
la reale efficacia di questi farmaci. Tra gli SSRI la sertralina è il
presidio farmacologico più studiato e quello che sembrerebbe sortire,
al momento, gli effetti più soddisfacenti (26,27). Un ostacolo ad una
realistica valutazione dell’efficacia di questi farmaci è dato dalla
frequente co-presenza di complicanze del disturbo quali la depressione
ed il panico, patologie che rispondono bene a questi trattamenti. Per lo
stesso motivo il trattamento farmacologico nel PTSD può essere utile
per attenuare le complicanze del disturbo e per favorire o rendere
possibili eventuali trattamenti psicoterapici che talvolta in condizioni
di acuta sofferenza sono impossibili o necessariamente limitati ad un
Terapie cognitivo-comportamentali (BCT Behavioural-cognitive
therapy: esposizione in immaginazione, auto-esposizione graduale in
vivo, e/o terapia cognitiva per confutare i pensieri sui sintomi o sul
trauma, e per ridurre le condotte di evitamento)
Uno studio metanalitico sugli interventi nel DPTS (17 studi
randomizzati, 690 soggetti) riporta che il trattamento psicoterapeutico
è associato a sensibili miglioramenti del quadro clinico a breve
termine (utilizzando un punteggio combinato che tiene conto dei
sintomi del disturbo post traumatico da stress, dell'ansia e della
depressione) rispetto al counseling di sostegno o al non trattamento.
Tali risultati persistono anche a medio e lungo termine; infatti la
differenza è ancora significativa dopo un anno) (28). In particolare
questa revisione ha analizzato 14 studi su trattamenti cognitivo-
comportamentali in soggetti con disturbo post traumatico da stress.
Tutti hanno descritto effetti positivi della terapia cognitivo-
comportamentale rispetto all’assenza di trattamento. Uno studio (45
soggetti) incluso nella revisione ha valutato 3 tipi di terapia cognitiva
(addestramento alle tecniche di coping, counseling di supporto, terapia
di esposizione prolungata) e ha riportato che tutti davano risultati
migliori a 3 mesi rispetto al non trattamento (29).
In generale la terapia cognitivo-comportamentale è ben tollerata,
Tuttavia, in alcuni individui sono stati descritti casi in cui il flooding
immaginativo (una forma di BCT) peggiorava i sintomi, suggerendo
grande cautela nella valutazione dei soggetti in vista della scelta di un
Per quanto concerne l’EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione
con il movimento oculare) in una revisione sistematica pubblicata nel
1999 (16 studi randomizzati, 563 soggetti) due studi hanno riscontrato
che la EMDR era efficace quanto la terapia di esposizione, 3 hanno
rilevato che la EMDR era più efficace della terapia di rilassamento e 3
hanno trovato che la EMDR era più efficace della permanenza in lista
di attesa. Cinque studi hanno valutato la EMDR con e senza
movimenti oculari. In 2 studi la presenza di movimenti oculari
risultava più efficace del mantenimento degli occhi in posizione fissa,
mentre negli altri 3 non si osservavano differenze significative (31).
Uno studio randomizzato (42 agenti di polizia) ha valutato gli effetti
di una psicoterapia eclettica breve (16 sedute), che combinava
interventi cognitivo-comportamentali e terapia psicodinamica. Gli
esiti erano di gran lunga migliori tra i soggetti trattati rispetto a quelli
di controllo in lista d’attesa (soggetti ancora affetti da disturbo post
traumatico da stress alla fine del trattamento: 9% vs 50%; a 3 mesi di
Un altro studio randomizzato (112 soggetti) non ha riscontrato alcuna
differenza significativa tra psicoterapia psicodinamica, terapia di
esposizione e ipnoterapia. Tutti gli interventi erano però associati a
risultati lievemente migliori rispetto all’assenza di trattamento
(soggetti di controllo in lista d’attesa). Lo studio non ha quantificato i
EYE MOVEMENT DESENSITIZATION AND REPROCESSING
L'EMDR si basa su un osservazione casuale fatta dalla psicologa
americana Francine Shapiro nel maggio del 1987 ".un giorno,
passeggiando nel parco notai che alcuni pensieri inquietanti che avevo
erano improvvisamente spariti; notai che quando ritornavo con la
mente a quei pensieri essi non erano più disturbanti e presenti come
prima. Ciò che mi colpì in quel giorno fu che i miei pensieri
disturbanti stavano sparendo e modificandosi senza alcuno sforzo
cosciente. cominciai a prestare attenzione a ciò che stava
succedendo.notai che quando i pensieri disturbanti mi tornavano alla
mente i miei occhi incominciavano spontaneamente a muoversi avanti
e dietro in una linea diagonale. A quel punto cominciai ad eseguire i
movimenti oculari deliberatamente mentre mi concentravo su vari
pensieri e ricordi disturbanti e mi accorsi che anche questi pensieri
sparivano e perdevano la loro carica emotiva. La mia meraviglia
cresceva mentre cominciavo a vedere i potenziali benefici di questo
L'osservazione degli effetti del trattamento con L'EMDR, durante
questi anni, si basa sull'ipotesi che le patologie psicotraumatiche
derivano da informazioni disfunzionali immagazzinate nel cervello,
che possono essere trasformate con un approccio diretto sul corpo
senza l'utilizzo di farmaci. L'EMDR più che concentrarsi sulla
reazione del paziente all'evento disturbante si focalizza, a differenza
delle psicoterapie, sul ricordo stesso che è mantenuto nella memoria
non dichiarativa. Dopo il trattamento gli stessi ricordi vengono
immagazzinati con una immagine meno disturbante, con una
cognizione positiva e con una emotività adeguata(2).
Con l'EMDR la trasformazione della informazione disturbante crea
un comportamento concomitante anche nella struttura cognitiva, nel
comportamento e nella emotività (4-5). Infatti l'esperienza clinica ha
dimostrato che una volta rielaborati i ricordi specifici, il senso di
autostima ed autoefficacia del paziente cambiano automaticamente. Il
modello di elaborazione accelerata della informazione ritiene che i
ricordi disfunzionali sottostanti siano i principali responsabili delle
caratteristiche patologiche della personalità e che questi possono
essere strutturalmente modificati. Con l'EMDR la capacità di facilitare
profondi cambiamenti terapeutici avviene molto rapidamente ed
indipendentemente dal numero di anni trascorsi dall'evento traumatico
Questo modello si riallaccia ai primi studi di Freud e Pavlov
riguardante ciò che viene definito elaborazione dell'informazione.
Sembra esserci un equilibrio neurologico in un sistema fisiologico ben
definito che permette una risoluzione adattativa dell'informazione
abnorme. Per risoluzione adattativa si intende la creazione di
collegamenti con associazioni adeguate per integrare in modo
costruttivo l'esperienza traumatica, in sostanza ciò che è utile viene
appreso ed immagazzinato con una emotività adeguata all'evento. Per
esempio se ci accade qualcosa di negativo, come un'umiliazione sul
lavoro, noi ci sentiamo disturbati, ci pensiamo, lo sogniamo e ne
parliamo. Dopo un po' di tempo però non ci disturba più e l'esperienza
può essere utilizzata adeguatamente come informazione per guidare le
Quando invece una persona subisce un grave trauma psicologico
sembra che avvenga uno squilibrio nel sistema nervoso causato da
cambiamenti di livello dei neurotrasmettitori. Per questo squilibrio il
sistema non è in grado di funzionare e l'informazione acquisita
dell'evento traumatico, incluse le immagini, i suoni, l'emotività e le
sensazioni fisiche, viene conservata a livello cerebrale nel suo stato
disturbante, nella forma originale che continua ad essere innescata da
tutta una serie di stimoli interni ed esterni e si esprime sotto forma di
incubi, flash-back e pensieri intrusivi. Secondo l'ipotesi, appunto, della
Shapiro i movimenti oculari, usati nell'EMDR, sono in grado di
innescare un meccanismo fisiologico attivante il sistema di
elaborazione dell'informazione, consentendo, in tal modo, la
Con l'EMDR, il paziente riporta alla mente un evento traumatico
creando, un collegamento fra la coscienza e l'area cerebrale dove è
immagazzinata in modo disfunzionale l'informazione. Il sistema di
elaborazione dell’informazione viene attivato e riequilibrato attraverso
i movimenti oculari. Così l’informazione disturbante si sposta con una
velocità accelerata, lungo i sentieri neurofisiologici adeguati alla sua
risoluzione adattiva, mettendo in relazione l’informazione disturbante
con le informazioni adattive attualmente possedute (per esempio:
“Non è colpa mia se mio padre mi ha violentata”). Shapiro sostiene
che uno dei presupposti di base dell'EMDR è che l'attivazione
dell'elaborazione del ricordo del trauma si muoverà in modo naturale
verso l'informazione adattiva necessaria per una sua risoluzione. Il
concetto di autoguarigione psicologico è intrinseco nel modello
dell'elaborazione accelerata dell'informazione ed è una ipotesi basata
sulla naturale guarigione che il corpo mette in atto dopo aver subito
una ferita. Ad esempio, dopo un taglio sulla mano, il corpo lavora per
rimarginare e guarire la ferita, ma se qualcosa blocca la guarigione,
(un oggetto estraneo, ecc,) la ferita suppurerà e provocherà dolore;
solo dopo la rimozione dell'ostacolo, riprenderà il processo naturale di
Una analoga sequenza di eventi sembra avvenire anche nei processi
Infatti la finalità del sistema di elaborazione dell'informazione del
cervello è il benessere psicofisico: tuttavia se il sistema viene bloccato
o scompensato dall'impatto di un trauma si avranno risposte
disadattive innescate da vari stimoli e da tentativi inadeguati che il
meccanismo dell'elaborazione dell'informazione utilizza per risolvere
il problema. Per esempio la vittima di uno stupro può continuare a
richiamare in modo automatico immagini della stupro con una
modalità abnorme, che impedisce la risoluzione e la elaborazione
completa del trauma. Una volta rimosso il blocco, l'elaborazione
riprende e porta l'elaborazione ad uno stato di risoluzione adattiva e di
integrazione funzionale. Questa risoluzione si esprime con un
cambiamento delle immagini, della emotività. e delle cognizione che
il paziente associa all'evento. In fondo le modalità di “funzionamento”
delle varie tecniche psicoterapeutiche, sostenute da più o meno
fondate teorie psicodinamiche sono essenzialmente riconducibili a
due: fare un’esperienza “correttiva” oppure costruire, ricostruire la
propria storia, in altri termini si può guarire o sostituendo,
correggendo, rimuovendo le ‘immagini’ con un’esperienza ‘altra’
oppure traducendole in linguaggio verbale/digitale.
Ma mentre le psicoterapie tradizionali sono state spesso legate al
tempo, nel senso che i loro effetti si verificano solo dopo un
prolungato periodo di tempo, (ciò probabilmente avviene perché le
terapie convenzionali usano procedure verbali per riportare le
informazioni bloccate in modo disfunzionale nel sistema nervoso). La
terapia EMDR induce cambiamenti rapidi perché:
I) i ricordi traumatici possono essere affrontati in gruppi;
2) si ha un accesso diretto al materiale disfunzionale nello stato
4) la stimolazione del sistema innato di elaborazione dell'informazione
trasforma le informazioni anche nei suoi correlati emozionali e
Pur essendo L’EMDR una tecnica di recente introduzione, in pochi
anni, sulla base delle premesse teoriche sinteticamente esposte, i
terapeuti l’hanno dotata di protocolli di applicazione piuttosto rigidi, i
cui punti riportiamo qui di seguito (8):
1) Raccolta anamnestica
Una delle finalità principali della raccolta di informazioni èquella di
rispondere alla domanda di quali siano i ricordi passati che mettono in
azione ildisturbo attuale che riferisce il paziente. Inoltre è
fondamentale identificare quali sonogli stimoli scatenanti attuali che
fanno emergere il disturbo e quali sono le abilità di cui il paziente ha
bisogno per facilitare i comportamenti adattivi nel futuro.2) Immagine
Il terapeuta chiede al paziente di richiamare l'evento e quindi
focalizzare su una immagine che rappresenta l'intero evento o la sua
L'obiettivo è quello di stabilire un collegamento tra la coscienza ed il
luogo nel quale l'informazione è immagazzinata nel cervello.
3) Cognizione negativa
Al paziente viene chiesto quindi di identificare un'affermazione che
esprima la convinzione negativa sottostante o l'autovalutazione
disadattiva associata all' immagine traumatica. Questa affermazione
viene chiamata Convinzione Negativa. Sebbene questo termine sia
stato spesso usato per definire tutte le rappresentazione consce
dell'esperienza, nell'EMDR rappresenta solo l'interpretazione attuale
che il paziente ha di se stesso in relazione all'evento traumatico.
4) Cognizione positiva
La fase successiva è l'identificazione da parte del paziente della
cognizione positiva desiderata e la sua classificazione sulla scala Voc
(Validity of Cognition) in 7 punti dove 1 significa “completamente
falso” e 7 "completamente vero". La classificazione Voc dovrebbe
essere usata su quanto vera e credibile venga sentita da parte del
paziente la convinzione positiva e non sulla sua verità oggettiva.
5) Le Emozioni
Al paziente viene chiesto di concentrarsi sull'immagine del ricordo,
sullasua connotazione negativa, di indicare l'emozione che prova e di
dare una valutazioneattraverso una apposita scala SUD (Subjective
Units of Disturbance) da 0 a 10. dove 0 significa nessun disturbo o
neutralee 10 è il più alto disturbo immaginabile.6) Localizzazione della sensazione corporea
Il paziente deve indicare “dove sente il suo disturbo nel suo corpo”.
7) Desensibilizzazione 8) Installazione della cognizione positiva
Bisogna determinare un legame tra la cognizione positiva desiderata e
l'immagine il ricordo o l'evento originale.
9) Scansione corporea
Il terapeuta deve verificare se la seduta è stata positiva per cui si
rivolge al paziente ".chiuda gli occhi, si concentri sull'evento e sulla
cognizione positiva e mentalmente ripercorra tutto il suo corpo. Mi
dica se avverte sensazioni anomale". Se queste sono ancora presenti, si
procede a un altro set di movimenti oculari sino alla scomparsa delle
sensazioni negative ed al rafforzo di quelle positive.
10) Chiusura
Alla fine di ogni seduta il paziente deve essere ricondotto ad uno stato
Schemi di protocollo per altre applicazioni dell' EMDR
La tecnica dell’EMDR viene utilizzata anche in situazioni diverse da
quelle post-traumatiche, per esempio per rafforzare l’Io in vista di
prestazioni o situazioni a forte impegno emotivo e/o cognitivo (9,10) .
In questi casi nel corso della seduta vengono favoriti ed elicitati
associazioni e ricordi positivi.(tabella VI)
VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA MATERIALI E METODI Introduzione
Il presente studio è stato condotto nel periodo dal 1.09.2003 al
15.05.2004 in un campione dell’utenza dell’ambulatorio speciale di
psicotraumatologia del Dipartimento di Salute mentale dell’Asl
Salerno 1 nella città di Sarno. In questo comune, come è noto Il 5
maggio del 1998, una alluvione provocò un evento franoso che
determinò la distruzione di numerose abitazioni e la morte di 137
persone. I numerosi casi di disturbi psicopatologici che si poterono
ascrivere non solo a tale evento in sé, ma anche alla paura di una
eventuale ripetizione dello stesso, indusse le autorità sociosanitarie
(Dipartimento di salute Mentale e Dipartimento della protezione
civile), tra gli altri provvedimenti assunti, ad aprire un Centro di
Ascolto, adottando una metodologia di lavoro analoga a quella del
Centro EOS per le Vittime di traumi e catastrofi di Pavia. Il Centro di
ascolto è stato per un lungo periodo il principale committente di
utenti inviati all’ambulatorio di psicotraumatologia della Asl che
all’uopo si era informalmente istituito; solo dallo scorso anno esso è
ufficialmente aperto. Ovviamente oggi afferiscono ad esso utenti che
hanno subito i più svariati traumi. L’ambulatorio è aperto due giorni
alla settimana dalle ore 8 alle 14. Non è possibile stabilire il bacino
potenziale di utenza, poiché a questo ambulatorio non afferiscono solo
gli utenti della Asl competente per territorio (SA1).
Criteri di selezione e descrizione del campione
Dei 63 pazienti con diagnosi di PTSD afferiti nel periodo di
osservazione ne sono stati inclusi 31. Sono stati esclusi i soggetti con
altre patologie psichiatriche e/o abuso di sostanze essendo la finalità
dello studio la valutazione dell’efficacia dell’EMDR nelle forme
classiche del PTSD. Sono stati altresì esclusi i soggetti che erano
incorsi nell’evento traumatico patogenetico prima dei sei mesi; ciò
perché gli aa. considerano tale periodo un tempo utile per la
stabilizzazione degli effetti duraturi del trauma non suscettibili di
Gli utenti che presentavano vistosi sintomi dissociativi sono stati
esclusi perché tale patologia interferisce con il funzionamento della
tecnica dell’EMDR che di per sé crea una dissociazione tra il soggetto
che racconta e che rivive contemporaneamente il trauma. Una
controindicazione assoluta all’uso della tecnica perché essa potrebbe
determinare scompenso. Nei casi dubbi, al fine di escludere falsi
negativi, sono state utilizzate scale per la valutazione quantitativa
Gli utenti sono stati suddivisi in due gruppi in base alla lista di attesa
dell’ambulatorio. In pratica i pazienti che non potevano essere trattati
con l’EMDR poiché al momento dello studio solo un operatore aveva
sufficiente esperienza e requisiti per l’utilizzo dell’EMDR (due anni di
formazione teorica ed un anno di supervisione), 19 utenti (11 femmine
e 8 maschi di età compresa tra 19 e 61 anni , media + DS
(37,15+11,73) sono stati trattati con EMDR (1 seduta settimanale
della durata di un’ora per otto settimane + 2 sedute quindicinali di
Il gruppo di confronto constava di 12 utenti (5 maschi e 7 femmine di
età compresa tra 24 e 48 anni media + DS 36,58 + 6,93) ed è stato
trattato con la sertralina alla dose di 100 mg/die, dopo un dosaggio di
25 mg/die nel corso della prima settimana di trattamento +
psicoterapia di sostegno (1 seduta settimanale) per 12
Strumenti di valutazione
A tutti i soggetti selezionati è stata somministrata, previo consenso
informato: a) una scheda per la raccolta dei dati socio-demografici; b)
la versione DX della Clinician-Administered PTSD Scale (CAPS)(1).
La CAPS è un'intervista strutturata per la valutazione dei sintomi del
DPTS secondo il DSM-IV più altre 8 caratteristiche associate al
È stata messa a punto presso il National Center for PTDS del
Behavioural Science Division di Boston e del Neurosciences Division
di West Haven per valutare la frequenza e la gravità di ciascun
sintomo, l'impatto dei sintomi sulla vita sociale e lavorativa del
soggetto, la gravità complessiva del disturbo, il miglioramento rispetto
alla valutazione basale e la validità delle misurazioni effettuate. La
scala consente di porre la diagnosi di DPTS, valutare la gravità dei
singoli sintomi e del quadro clinico generale e misurare le
modificazioni del quadro clinico in funzione del trattamento.
La CAPS è costituita da due "form", la CAPS-l (o DX) per la
diagnosi attuale e lifetime, e la CAPS-2(o SX) per la valutazione dei
sintomi dell'ultima settimana. La valutazione è effettuata sulla base di
quanto riferito dal paziente, anche se la valutazione finale deriva
dall'insieme delle risposte del paziente, dall'affidabilità che hanno, per
il clinico, tali risposte e dal comportamento del paziente durante
Il periodo preso in considerazione per la valutazione, è stato, come
indicato dagli estensori della scala nel form DX, il mese precedente
La scala è stata messa a punto, come già accennato, anche per la
valutazione della modificazione della sintomatologia dei pazienti in
funzione del trattamento e d è stata da noi utilizzata nel pre e post-
La CAPS valuta la frequenza e l'intensità dei 17 criteri diagnostici del
per il DPTS, il disagio soggettivo, la compromissione del
funzionamento sociale e lavorativo, la validità delle risposte
all'intervista, la gravità ed il miglioramento globali, la colpa per aver
commesso od omesso qualcosa in occasione dell'evento, la "colpa del
sopravvissuto", la riduzione della partecipazione all'ambiente, la
derealizzazione e la depersonalizzazione.
Tanto la frequenza quanto la gravità dei sintomi sono valutati su di
17 dei 19 utenti trattati con EMDR hanno partecipato all’intero trial.
Dei due che hanno abbandonato lo studio, due donne che avevano
subito un lutto, una non si è presentata alla seconda seduta e l’altra
dalla quarta in poi; entrambe non hanno dato spiegazioni.
Dei 12 pazienti trattati con terapia farmacologia, 10 hanno portato a
termine lo studio. Dei 2 drop out, anche in questo caso due donne, una
ha lamentato nausea, nel passaggio alla dose piena del farmaco, l’altra
ha optato dopo quattro settimane per una terapia psicoterapeutica ad
Dopo il trattamento EMDR ( come già detto 1 seduta settimanale della
durata di un’ora per otto settimane + 2 sedute quindicinali di verifica e
chiusura della terapia), 11 su 17 pazienti (64,70%) non presentando
più almeno sei dei diciassette sintomi previsti dal DSM IV non
rispondevano più ai criteri diagnostici per il DPTS
Dei 10 utenti trattati con sertralina, uno è del tutto guarito, 5 (50%)
hanno ottenuto notevole giovamento dal trattamento data la cospicua
riduzione della sintomatologia , pur rientrando, alla fine delle dodici
settimane di cura, nei criteri per il DPTS. Dei 4 rimanenti , tre hanno
tratto comunque qualche giovamento dalla terapia, anche se non
statisticamente significativo; soltanto una donna che aveva subito una
grave perdita non ha tratto alcun giovamento dal trattamento
farmacologico (punteggio 4 all’item della gravità globale, rimasto
Analizziamo ora le risposte agli items della CAPS somministrata
prima e dopo i trattamenti, aggregando i dati secondo i tre gruppi
sintomatologici corrispondenti ai criteri diagnostici del DSM IV TR
(sintomi di rievocazione, sintomi di evitamento ed ottundimento,
sintomi di iperarousal) più altri tre criteri previsti dal DSMIV TR: la
sofferenza soggettiva, la compromissione della funzione sociale e la
compromissione della funzione lavorativa.
Non sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i
due gruppi prima dei trattamenti in rapporto alla frequenza ed alla
gravità dei sintomi; unica eccezione l’iperattivazione che è risultata
più marcata nel gruppo che è stato poi trattato con sertralina (Tabella
Dopo i trattamenti, l’analisi statistica ha evidenziato una maggior
efficacia dell’EMDR rispetto alla sertralina per quanto concerne i
gruppi sintomatologici della rievocazione e dell’evitamento. Non
essendo stata rilevata differenza statisticamente significativa nella
significativamente maggiori , come riferito più sopra, nel gruppo che
sarebbe stato poi trattato con la sertralina, è possibile evincere una
maggior efficacia del farmaco rispetto alla tecnica psicoterapeutica in
Per quanto concerne il confronto tra le risposte agli item prima e dopo
il trattamento, le variazioni ottenute risultano avere significatività
statistica in entrambi i gruppi del campione ad eccezione della
compromissione delle funzioni lavorative per il gruppo trattato con
EMDR e della compromissione delle funzioni sociali per il gruppo
sottoposto a trattamento farmacologico (tabella B).
Nel nostro studio l’EMDR si è dimostrata una tecnica efficace nella
remissione sintomatologica del DPTS o almeno nel ridurre
drasticamente i sintomi a tale disturbo correlati. Anche i soggetti
trattati con un SSRI (sertralina) hanno risposto in maniera
soddisfacente, sia pure in misura minore. Nel gruppo EMDR in
particolare, i tre principali gruppi sintomatologici del DPTS si sono
ridotti rispetto al punteggio basale. Entrambi i trattamenti sono
risultati ben tollerati, anche considerando ( in modo del tutto
arbitrario) come intolleranti i quattro casi di drop out. Sembrano
necessari ulteriori studi per stabilire se esistano differenze
nell’efficacia di questa tecnica sui vari cluster sintomatologici. Mentre
la letteratura è abbastanza concorde nel ritenere i trattamenti
psicoterapici combinati meno efficaci dell’utilizzo di una tecnica
dell’applicazione della singola tecnica nella terapia combinata),
mancano studi significativi sull’utilizzo di tecniche psicoterapeutiche
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The Charlotte County School Board shall provide programs to improve the education of limited English proficient children by assisting the children to learn English and meet Virginia’s challenging academic content and student academic achievement standards. Assessments The School Board will annually assess the English proficiency of all students with limited English proficiency
Sitagliptin Phosphate Set to Soar in Sales Main Bullet points: On June 26, 2012 Evaluate Pharma revealed its World Preview 2018 projections, which touted Sitagliptin Phosphate as a future blockbuster drug. Sitagliptin Phosphate (Januvia) is estimated to glean 10 billion dollars in sales annually by 2018. The patent for Januvia expires on April 24, 2017. By the year 20