Dialoghi di allegra con teilhard

P. GABRIELE M. ALLEGRA OFM
è stato solennemente beatificato il 29 Settembre 2012
Nell’aprile del 1942 il Delegato Apostolico in Cina, Mons. Mario Zanin, incaricò P. Gabriele M. Al- legra,1 dell’Ordine dei Frati Minori, di esaminare dal punto di vista dottrinale L’ambiente divino,
nella speranza che non trovasse degli impedimenti alla sua pubblicazione, tanto desiderata da Teilhard e dallo stesso Mons. Zanin. Gli disse anche: “i Censori della Compagnia [di Gesù] si rifiu- tano di accordargli il ‘Nihil Obstat’”. P. Allegra censurò L’ambiente divino per i seguenti motivi: terminologia ambigua, confusione fra l’ordine naturale e quello soprannaturale, riduzione del valore del senso della Croce, Redenzione non in sintonia con la Rivelazione. Poiché i lettori sarebbero stati tratti in errore, p. Allegra non si sentì di concedere il “Nihil Obstat”. Egli tuttavia non mancò di mettere in luce i lati positivi: l’assoluto primato di Cristo, la Chiesa come perno dell’ascensione umana e la consacrazione del Mons. Zanin, dopo aver appreso tutto ciò, disse a p. Allegra: “Vada lei stesso dal P. Teilhard e gli dica quanto ha detto a me. Lui sa già, e con piacere, che un francescano sia stato scelto ad essere censore definitivo Fra P. Allegra e Teilhard i colloqui durarono saltuariamente dal 1942 Tutte queste notizie sono contenute nel libro di P. Gabriele Allegra, e- dito nel 1966: “Il Primato di Cristo in S. Paolo e in Duns Scoto”, con la precisazione, in calce, che si tratta di “Conversazioni con Teilhard de Chardin”.2 Il libro è stato ripubblicato nel 2011 (vds. a lato).
P. Gabriele Allegra si è sforzato di riprodurre “se non le parole, cosa impossibile, certamente il senso” dei colloqui con Teilhard, quasi esclusivamente limitati al tema del Primato di Cristo. Ha scritto: “Per certe sentenze sento risonarmi sino ad oggi nelle orecchie non solo la frase fran- cese del P. Teilhard, ma persino l’inflessione della sua voce, come parevami scrivendo di vederlo e di fissare lo scintillio dei suoi occhi”. Dunque, i concetti attribuiti a Teilhard sono fedeli nei contenuti, se non nell’espressione lettera- le. É facile peraltro constatare che essi sono perfettamente in linea con il pensiero espresso nelle
1 http://it.wikipedia.org/wiki/Gabriele_Allegra e http://www.fraticappuccini.it/new_site/attualita/Eventi/MESSAGGIO_UFFICIALE.pdf
2 Edizione fornita dal “Centro di Documentazione Teilhard de Chardin sul Futuro dell’Uomo” di Giovanni Fois.
Va detto qualcosa, invece, sul Delegato Apostolico in Cina Mons. Zanin: a. egli informò per correttezza Teilhard de Chardin che la sua opera (L’Ambiente divino) sarebbe stata esaminata da un teologo francescano; appare un po’ strano, tuttavia, che questi fosse ritenu- b. il desiderio di ricevere da p. Allegra una risposta positiva dimostra che Mons. Zanin apprezzava il pensiero di Teilhard, però non si comprende come avrebbe potuto concedere il “Nihil Obstat” sapendo che l’Ordine dei Gesuiti lo aveva già negato;3
c. l’invio di P. Allegra da Teilhard, per rappresentargli le ragioni della censura, dovrebbe essere considerato come un gesto di sincera collaborazione nei riguardi di Teilhard. Negli epistolari di Teilhard e nelle opere dei suoi biografi non ci sono riferimenti ai colloqui con p. Allegra. Se ne troverebbe probabilmente traccia nel suo “Journal”, ma: i Cahiers dal luglio 1925 al luglio 1944 sono rimasti in Cina e non più ritrovati, mentre i Cahiers dal 18 luglio 1944 al 7 aprile 1955 giacciono negli archivi della Compagnia di Gesù. Il periodo in cui sono avvenuti i colloqui con P. Allegra, dall’aprile 1942 alla fine del 1945, è perciò parzialmente incluso nei Cahiers in possesso della Compagnia di Gesù.4
BRANI TRATTI DAL LIBRO DI P. GABRIELE ALLEGRA
La teologia di Duns Scoto interessa particolarmente Teilhard e P. Allegra lo informa nel dettaglio sulla dottrina francescana
TdC (Teilhard de Chardin): «…Ma per tornare all’argomento ‘du Grand Christ’ sapevo da conver-
sazioni avute coi Padri D’Alès, De Grandmaison, Lebreton - son certo che questi nomi non le sono ignoti – che accanto alla teoria del Verbo incarnatosi quasi unicamente per redimere l’uomo, c’è pure la dottrina francescana dell’Incarnazione indipendente dal peccato. I miei lavori non mi per- mettono di dedicarmi a queste ricerche appassionanti, però il mio S. Paolo con la dottrina del Ple- roma e con le sue epistole ai Colossesi, agli Efesini e ai Corinti I, 15, 25-21 mi insegna e mi fa sentire che il Cristo è l’Alfa e l’Omega, è il centro e il fine dell’Universo. Mi dica, come s’imposta oggi que- sta questione negli ambienti teologici? Ha dei seguaci o è accantonata?». All (Allegra): «Padre, più che accantonata, negli ordinari manuali di Teologia Dommatica essa
viene impugnata, o, ciò che è peggio, trattata con quella sussiegosa compassione che fa soffrire TdC : «Oh, les professeurs ! il - y - en a des myopes».
All: «Nelle opere teologiche più profonde viene esposta e comparata con l’altra teoria – l'Incar-
nazione per la Redenzione -, ovvero c’è chi, seguendo le orme del Suarez, tenta la conciliazione di
3 La storia delle revisioni e censure di L’ambiente divino è lunga e complessa: inizia il 29 luglio 1928 e termina con la
lettera del Padre Generale John Janssens S.J., che il 31 gennaio 1949 rispose negativamente a Teilhard sia per la pub-
blicazione di L’ambiente divino sia per il progetto di tenere delle conferenze in America (Cfr. Lettres intimes, Aubier
Montaigne, Paris 1974, pp. 471-482, pp. 384-385).
4 “Sfogliando il Journal di Teilhard…”
in: http://www.biosferanoosfera.it/it/studi-inediti-o-rari-di-teilhard-de-chardin p. 1.
entrambe. Una esposizione erudita e chiara parmi quella del Vernet sul “Dictionnaire de Théologie catholique”. Ma, se non erro, i Francescani sono rimasti quasi soli nella difesa del Primato assoluto di Cristo, ovvero della dottrina della Incarnazione non occasionata dal peccato. Pochi anni fa il no- stro P. Generale emanò una Lettera Circolare per l’Ordine intero, nella quale, oltre ad esporre que- sta celeste dottrina, invita di nuovo i Frati Minori ad insegnarla, propagarla, difenderla. Detta Let- tera è arricchita di note erudite e solide, comprovanti, come accanto all’insegnamento manualisti- co, mai son mancati né mancano ancor oggi nella Chiesa pensatori, mistici e santi che accettano e difendono la Regalità o il Primato Assoluto di Cristo; ho trovato che esegeti anglicani, come il rino- mato Westcott, fondati sulle parole delle Scritture specialmente di S. Paolo, la sostengono pur essi TdC : «Mi dica qualcosa di più circa i dottori e i difensori di questa dottrina, quantunque a me, che
non ho tempo per tante letture, basti l’insegnamento di S. Paolo. Ma, se la memoria non mi falli- sce, anche i Russi e gli Ortodossi in genere, mi diceva Mons. d’Herbigny, la seguono». All : «Père Teilhard, ecco quanto le posso dire circa i Teologi o meglio i Padri Ortodossi stando al-
le citazioni della Lettera Circolare del mio P. Generale: a causa della loro teoria della deificazione dell’umanità mercé l’Incarnazione, essi o chiaramente o implicitamente subordinano la Redenzione alla Incarnazione glorificatrice di Dio e divinizzatrice del Cosmos. L’Arcivescovo ortodosso di Pechi- no, Mons. Vittore, e il suo teologo, il Professore Zeiszell, non sanno molto della teologia occi- dentale, ma sanno che la Scuola Francescana si accosta su tal punto alla loro dottrina e me l’hanno TdC : «Padre, lei ha fatto tanti nomi, ma tre mi interessano particolarmente: Scoto,5 S. Francesco
di Sales e il P. Gemelli,6 per il quale nutro una viva ammirazione. Desidererei sapere qualcosa di
All : «… La Sacra Scrittura insegna il Primato assoluto di Cristo, come insegna del pari che esiste
un altro fine dell’Incarnazione cioè la Redenzione del genere umano. I Padri hanno affermato il Primato e la Redenzione senza tentare la sintesi, cioè senza coordinare in un sistema armonico le due verità o meglio, come lei ama dire, la verità totale. S.Tommaso e S. Bonaventura insegnarono essere il fine primario dell’Incarnazione quello della Redenzione, e la loro autorità, specialmente quella di S. Tommaso, ha fatto sì che questa dottrina diventasse quasi ufficiale. Il Ven. Giovanni Duns Scoto, come fece per la dottrina dell’Immacolato Concepimento, insorse contro tanti Maestri e tentò la sintesi. A me pare che nessuno di quelli che l’hanno seguito abbia aggiunto alcunché di realmente nuovo agli argomenti del Dottor Mariano, pure ammettendo che la Scuola Francese di Spiritualità abbia tratto le estreme conseguenze dalla rutilante sentenza scotiana: “Deus voluit ab
5 Teilhard menziona l’idea di Duns Scoto sulla necessità dell’ Incarnazione in “Abbozzo di una Dialettica dello Spirito”,
del 1946 (cfr. Vol. 7 delle opere).
6
L’ammirazione di Teilhard dovette essere transitoria, dato che Gemelli cambiò atteggiamento sull’evoluzione. Questi,
come Presidente della Pontifica Accademia delle Scienze, contrastò poi la Nouvelle Teologie e Teilhard in particolare.
Cfr:http://eui.academia.edu/Agn%C3%A8sDesmazi%C3%A8res/Papers/71262/Agostino_Gemelli_e_gli_intellettuali_cattolici_franc
esi_nel_secondo_dopoguerra._La_nouvelle_theologie_vista_da_Milano_1946-1951_
alio summe diligi”, come S. Francesco di Sales trasse le estreme conseguenze dall’altro principio scotiano: “Deus est formaliter charitas”…. Il compito della Sancta Theologia, pare a me, oggi consisterebbe nel tentare questa sintesi, e ma- gari conceda il Signore alla sua Chiesa ingegni gagliardi e cuori illuminati e ardenti che integrino in detta sintesi anche la sua dottrina, caro Père Teilhard. La mia ignoranza mi fa dire delle sciocchez- ze, ma non credo di aberrare poi tanto, dicendo che la cosiddetta filosofia della scienza non è stata ancora integrata nel comune insegnamento teologico, quale almeno mi è noto. Su questo argo- mento le ho aperto il mio cuore e le ho mostrato le osservazioni scritte in merito alla sua opera “Le Milieu Divin”. E quando lei mi ha spiegato il concetto di iperfisica e del Punto Omega ho riflettuto e ho desiderato vivamente che questa vigorosa e nuova corrente di pensiero rinnovi e coroni di fre- sche forze il pensiero cristiano. Nel Medio Evo la Sancta Theologia appassionava i fedeli, oggi temo che faccia dormire persino gli alunni dei Seminari. Un motivo per questa lamentevole situazione ci P. Allegra aveva appreso da Teilhard che esistono probabilmente altri pianeti abitati da esseri autocoscienti. Ne a-
veva parlato con altre persone riferendo il pensiero di Teilhard sull’assoluto primato, anche in tal caso, del Cristo …
All. : «Devo dire che mi lasciarono contenti, soddisfatti e, devo dirlo, confermati nella Fede. Anzi
mi dissero parole che comprovano il suo detto, Padre: La Chiesa ha bisogno d’una Teologia cosmi- ca… Ancora una volta, Père Teilhard, mi lasci esprimere i miei sentimenti con una terzina di Dante: “Poca favilla gran fiamma seconda: forse di retro a me con miglior voci si pregherà perché Cirra risponda”. Lei, Padre, ha aperto una via: sarà percorsa; ci saranno tentennamenti, progressi e regressi; ci vor- ranno ingegni potenti e illuminati; forse dapprincipio la comprenderanno pochi questa nuova via, che è, mi pare, il connubio della “iperfisica” con la filosofia e la teologia; ma è dessa la via larga, nuova, ascendente, che conduce “au Grand Christ”. Né si meravigli, Padre, se la novità stessa, la terminologia, non sempre immune da ambiguità, e le esigenze intellettuali e morali che essa do- manda a quanti intendono percorrerla, costringeranno forse le Autorità della Chiesa a diffidare, a mettere i suoi semplici fedeli, la massa dei fedeli in guardia.7
TdC : «…La prima “fulguration” che mi fece sentire la ricerca scientifica come una rivelazione del
Creatore fu la constatazione che esistono relazioni essenziali fra la cosmogenesi, la biogenesi e la noogenesi; interdipendenza e co-finalità: siamo all’ortogenesi.8 È questa quella evoluzione finalisti-

7 È da presumere che nel 1965 p. Allegra sapesse del “Monitum”, emesso dal Sant’Ufficio il 30 giugno 1962 contro
Teilhard de Chardin, Il Monitum…” in: http://www.biosferanoosfera.it/it/studi
8 Mantovani Fabio, Complessità-coscienza e panpsichismo p. 1 e 2 in http://www.biosferanoosfera.it/it/articoli
ca che si spazia lungo una traiettoria di milioni, anzi miliardi di anni, sino a quando con la noosfera comincia sulla terra un’epoca nuova: quella dell’uomo sapiens che universalizza e prevede e prov- vede, l’uomo che ascende in virtù della sua coscienza riflessa (l’uomo sa di sapere, direi: coscienza di seconda potenza), che ascende, ripeto, verso la totalizzazione, che è frutto di tanti dolori, quasi il parto doloroso della evoluzione …». P. Allegra parla dell’insegnamento di Paolo agli Efesimi e ai Colossesi
All : «…Il Cristo non è entrato nell’Universo creato occasionalmente, a motivo del peccato di A-
damo, ma al contrario è l’Universo che esiste per il Cristo, in vista di Lui. É il Cristo, vorrei dire, che è l’occasione dell’esistenza dell’Universo, che in Lui ha consistenza. Lui il Rivelatore, Lui il Glorificatore del Padre, Lui il Capo della Creazione, che in virtù della sua Incarna- zione è stata consacrata e continua ad essere consacrata dalla sua Chiesa, che è il Cristo continua- to, trascendente il tempo e lo spazio; anzi, tirando le estreme conseguenze del pensiero paolino: la Creazione è perennemente consacrata dall’Eucaristia, sia in quanto sacrificio, che perpetua misti- camente l’oblazione del Calvario, sia in quanto sacramento, che perpetua sino alla seconda venuta del Signore misticamente la sua presenza, che è il gran segno della sua presenza, il pegno indiscu- tibile che Lui è davvero l’Emmanuele: il nostro Dio con noi! Père Teilhard, questo sembra a me il pensiero di S. Paolo e non esito a dire che lui, il folgorato, lui che sulla via di Damasco contemplò la gloria del Risuscitato, del Cristo Celeste, di Colui che ascese alla destra del Padre, ut impleret omnia, ci dà realmente le dimensioni cosmiche del Cristo, “du Grand Christ” e niente affatto quelle mediterranee che gli danno molti cristiani. ». TdC : « ‘Maranatha!’ Vieni Signore! Sì, sì, questo è l’insegnamento del nostro S. Paolo. In questa
luce del Cristo cosmico, del Cristo universale, le obiezioni che la scienza fa sorgere ogni giorno si di- All : «Precisamente, c’est le mot, si dileguano; infatti in base a tale esegesi non mi fu difficile ri-
spondere ai due amici italiani, i quali e per le dimensioni sempre crescenti dell’Universo, e per la possibilità di altri mondi abitati erano dubbiosi della loro fede, che, e l’Universo e questi ipotetici esseri ragionevoli si connettono a Cristo, sono creati per Lui, dipendono da Lui. L’Incarnazione è la massima opera di Dio, quindi irrepetibile, cui tutto converge: il tempo e lo spazio; ora il Verbo Incarnato detiene il Primato su tutti gli esseri, che a Lui, ciascuno secondo la propria natura, devono l’esistenza, la grazia e la gloria…». TdC : «…Padre, grazie di quanto mi ha detto. Con questa teologia non solo si respira, ma si avan-
za. Voi Francescani, come avete fatto attraverso i secoli per il domma dell’Immacolata, continuate con maggior slancio, se possibile, a difendere e propagare il Primato di Cristo, chè, ripeto, la Chiesa deve sentire d’oggi in poi un Cristo cosmico e ha bisogno d’una teologia cosmica». All : «Padre, io spererei piuttosto che fosse la Compagnia [di Gesù]a prendere la difesa di questa
nobilissima tra tutte le cause. Dato l’alto livello dei suoi studi, il suo gran numero di scienziati, la sua mirabile organizzazione, c’è da aspettarsi molto di più». TdC : «Dovrebbe essere così; ma non dimentichi quanto le ho detto riguardo all’accoglienza che i
contemporanei e i successori immediati fecero alla teoria eliocentrica di Galilei, che veniva a sop- piantare il secolare geo-centrismo». Teilhard illustra l’evoluzione della specie umana e P. Allegra “non si sente a suo agio
All : «…In detta teoria non trovo l’unità del genere umano, non trovo la sua elevazione allo stato
soprannaturale, da cui decadde in seguito al peccato originale e per conseguenza non ci trovo po- sto, intendo un posto centrale per la Redenzione, per la Croce di Cristo… E che dire della storia sempre attuale di questa opposizione, testimoniata dalla ‘Apocalisse’, di cui noi siamo accorati spettatori e che forse rincrudirà prima della seconda venuta del Signore? È ve- ro, data la guerra, a Pechino siamo tagliati fuori dalle ricerche bibliche, filosofiche e teologiche, per cui, su quanto ho detto, mi riferisco agli studi precedenti, alcuni dei quali, lo confesso, cominciano a invecchiare. E, conchiudo, perdoni la franchezza». TdC : «Tutt’altro che perdonargliela gliene sono grato e la ripago con la stessa moneta. Tacere del
peccato originale che non appartiene allo studio del Fenomeno umano non significa per nulla ne- garlo. É mia vocazione fare della scienza; io studio i fossili umani e ne deduco quelle conclusioni che s’impongono, convinto di servire la causa della verità e quindi la causa di Dio. Desidero che i teologi non siano dei miopi, ma che ripensino il dato rivelato alla luce di altre verità, nel caso nostro, delle verità di ordine scientifico. Luce non può spegnere Luce. Pensi, Padre, al problema della cronologia biblica . non credo che ci sia oggi un esegeta che si rispetti, il quale assegni sei mila anni di vita al- la specie umana, il quale sostenga l’universalità del diluvio, il quale accetti l’origine delle differenti lingue, così come ci vien narrata nel Genesi, per la costruzione della Torre di Babele . qualche scritturista mi ha detto pure che la storia delle dieci piaghe d’Egitto e del passaggio del Mar Rosso sono possibili di una spiegazione meno miracolistica . lei capisce dove va il mio pensiero. Questi ed altri simili problemi i Padri e i Dottori sino al secolo scorso, voglio concedere di più, sino al secolo di Galileo, non se li ponevano né se li potevano porre. Ma quando la scienza li impose, dopo un certo periodo di tentennamenti e di polemiche, vennero sciolti, accettando la soluzione della scienza. Lei mi dirà che in fondo in fondo si tratta di problemi marginali e glielo concedo per l’età del genere umano, per la storia della torre di Babele, per quella del diluvio universale, delle piaghe d’Egitto e conseguente passaggio del Mar Rosso, ma allorché si tratta della cosmogonia e dell'antropogenesi, no, questi non sono problemi marginali; ora per essi io scorgo nella Bibbia “un récit” sublimemente religioso ma di indole popolare, che postula di essere messo a punto dalla scienza, la quale non de- ve imbrancarsi con nessun sistema concordistico o altro, ma deve seguire le sue vie ed i suoi meto- di. Lavorando con siffatta indipendenza “d’esprit”, e solo così, lo scienziato arriverà, sia pure cam- minando a zig-zag, a delle conclusioni certe, che spetta al teologo integrare nella sua sintesi. Pensi, Padre, alla “véritable” rivoluzione scientifica avvenuta dopo Galileo e anche, ma su questo argo- mento parlo da profano, alla concezione più universale e più umana del diritto internazionale, dopo Lei sa meglio di me che molti teologi, per non dire la gran maggioranza, mostrano una erudizione sorprendente per le questioni periferiche, mentre per i massimi problemi della cosmogenesi, della antropogenesi, per il Cristo Pleroma, o Cristo universale - lei preferisce dire il Primato assoluto di Cristo - sono dei miopi paurosi. Nel mio Messaggio “La Parole Attendue” mi sono sforzato di dire quello che mi aspetto dalla teologia avvenire …9
Chissà, forse un Concilio Ecumenico darà alla Chiesa quella fresca azione travolgente, che convie- ne alla travolgente epoca in cui viviamo e in cui sempre più vivremo.».10
All : «…le confesso che le sue parole mi faranno pensare. Grazie del dono».
TdC : «Grazie a lei che mi ha capito, ma non può che essere così: Luce non spegne Luce …».
Il congedo nel maggio 1945: le due pagine finali
TdC : «Padre Gabriele, penso che fra breve ci dobbiamo lasciare, ma lei pregherà per me, nevve-
ro? Grazie ancora una volta per la sua buona amicizia e per quelle ore così intime che abbiamo All : «Père Teilhard, ricorda una delle nostre digressioni sulla poesia lirica cinese? ricorda quel
giovane poeta Wang-Po di cui le parlai sino ad annoiarla? Ebbene la saluto con due suoi versi (tra- « Vada tu pure nei recessi del mare, o ai confini del cielo, TdC : «Grazie Padre, grazie ancora di tutto, mais surtout priez pour moi».
P. Teilhard partì; io seguii da lungi la sua attività informato da amici Gesuiti, sino al giorno della sua morte, avvenuta la sera di Pasqua del 1955, di cui ebbi notizia a Gerusalemme, quasi due set- timane dopo. Tutti sanno come dopo la sua morte, l’insigne scienziato gesuita abbia letteralmente conquistato il mondo. Il vecchio amico di Pechino ha seguito anche lui silenziosamente questo continuo dilatarsi della sua fama, ma senza eccessivo entusiasmo per tutto ciò che si è stampato e Basta a me il suo vivo, indelebile ricordo. Vedo però che il Padre come in vita, così dopo morte continua ad essere quasi un segno di contraddizione. Il suo pensiero viene esaltato con la stessa passione onde viene depresso. Ammetto che dopo l’immane seconda guerra mondiale, nella triste
9 Teilhard lesse qualche brano di tale scritto, datato 31 ottobre 1940 ( cfr. P.Teilhard de Chardin, Le direzioni del futu-
ro,
S.E.I., Torino 1996, pp. 111-122). È importante sottolineare che sul dattiloscritto consegnato a p. Allegra nel 1942
Teilhard vi erano delle aggiunte a mano che non comparivano nel testo pubblicato nel 1963 sul “Cahier IV” della Fon-
dation Teilhard de Chardin. Pure lo scritto “Note sulla nozione di perfezione cristiana” del 1942 (cf. op. cit. pp. 123-
130) è stato ritoccato dopo le conversazioni con p. G. Allegra.
10 Se p. Allegra non è stato influenzato dal fatto che il Concilio Vaticano II si era da poco concluso all’epoca della pub-
blicazione del suo libro (1966), la frase attribuita a Teilhard nel 1942-1945 è veramente profetica!
atmosfera creata dall’Esistenzialismo, il Messaggio eccessivamente ottimista del P. Teilhard abbia affascinato e continui ad affascinare facilmente milioni di uomini, eppure sembra a me, e lo dico con quella franchezza che al Padre Teilhard tanto piaceva, che egli non si sognò mai di presentare il suo messaggio come un “credo” ma solo come un “essai” ovvero come un miluogo - milieu - per studiare, partendo da esso, il fenomeno umano, e partire da esso onde ascendere verso il punto Omega, cioè verso “le Grand Christ”. Insomma P. Teilhard più che un Maestro era e voleva essere considerato un pioniere. Mi sem- bra quindi offendere quel nobile carattere sia farne un mito sia denigrarlo. Per restare modestamente e doverosamente nel campo dei miei studi, vorrei invitare i filosofi e i teologi soprattutto a investigare sino a qual punto il pensiero di P. Teilhard sul Gran Cristo o Cri- sto Alfa e Omega, possa, se pur non debba, integrarsi in una visione cosmica della teologia dell’Incarnazione e della Redenzione per puro amore. Se per mezzo di tali ricerche o meditazioni teologiche la dottrina del Primato assoluto di Cristo si affermerà sempre più nella Chiesa, son certo che verrà soddisfatto uno dei più intimi desideri dell’indimenticabile P. Teilhard, poeta, pensatore, Un breve commento
La lettura di questo libro è estremamente edificante, per l’ elevatezza spirituale dei dialoganti, per la sensibilità umana delle loro comunicazioni e per la passione con cui entrambi quasi gareggiano nell’affermare il Primato assoluto di Cristo o il Cristo universale. Le considerazioni principali si trovano nel file:
Mantovani Fabio, “Teologia Francescana e Teilhard de Chardin” http://www.biosferanoosfera.it/it/articoli
NOTA: Su “L’OSSERVATORE ROMANO” del 5 Ottobre 2012, i dialoghi fra P. Allegra e P. Teilhard de
Chardin sono stati rievocati dalla Prof. Marcella Serafini nell’articolo: Colloqui scolpiti nel cuore
in http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/229q01.pdf

Source: http://www.biosferanoosfera.it/uploads/files/04adeecaed6e05a2d626871a01db4c9577caf4b1.pdf

Doi:10.1016/s1473-3099(11)70247-x

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