Racconto pubblicato su “Il Mondo del Golf” – marzo 2010
“Madre Letizia, che cos’è quel posto laggiù?”
Dal grande terrazzo in cima all’edificio Giuliano guardava l’orizzonte.
“E cos’è un campo da golf madre?”
“Non lo so bene nemmeno io, ma credo si tratti di un percorso dove le persone tirano
una pallina con mazze speciali. Una specie di grande minigolf. Sai cos’è il minigolf
“Sì madre, ci ho giocato al mare con il nonno due volte.”
“Ecco, solo che qui le piste sono più grandi e il gioco è più difficile, credo.”
“E’ bellissimo vero madre? Sembra un enorme giardino…”
Giuliano era rimasto incantato guardando le lunghe strade di erba che si snodavano tra
alberi da frutta, piante fiorite, curiosi spiazzi bianchi pieni di sabbia e piazzole rotonde
con al centro delle bandierine rosse. Il terreno ben rasato sembrava soffice, quasi finto,
pareva un lungo tappeto srotolato davanti alle persone che trascinavano dei curiosi
“Madre possiamo andare anche noi al campo da golf?”
“No Giuliano, non credo si possa entrare, magari un giorno andiamo a fare una
passeggiata lì vicino, così potrai vedere la gente che gioca. Va bene?”
No, non andava bene affatto, ma lui aveva imparato che nella vita se desiderava ottenere
qualcosa doveva essere molto paziente, paziente e tenace. E solo così quella cosa
Giuliano era ospite della Colonia Alpina in Val Tarone dove durante i mesi estivi
venivano accolti a spese del comune i bambini con problemi respiratori, o i bambini
gracili, o quelli con malattie ossee, insomma tutti quei bambini che avevano bisogno di
Giuliano era stato mandato lì perché soffriva di asma.
All’inizio aveva pianto ma poi, come spesso accade ai bambini, dopo qualche giorno la
tristezza aveva lasciato il posto ai giochi con i nuovi amici, alle passeggiate nei boschi e
all’affetto speciale di suor Letizia che lui adorava.
La sera del 14 agosto, per la festa dell’Assunzione di Maria, tutti i bambini erano stati
portati sul terrazzo ben coperti a vedere i fuochi che i valligiani preparavano intorno al
Approfittando della confusione Giuliano era riuscito a raggiungere il piano terra, con un
balzo era uscito dalla finestra della sala da pranzo ed aveva iniziato una corsa folle
Arrivato vicino alla recinzione si era fermato a respirare, con le mani sulle ginocchia e
quella stupida asma che lo faceva quasi soffocare. Due spruzzate di ventolin e piano
piano il respiro si sarebbe normalizzato. Allora si era tolto le scarpe e i calzini ed era
entrato nel campo: il sogno si era realizzato.
Camminava sul soffice tappeto di erba leggermente umido di rugiada, gustava la
sensazione che i piedi nudi gli rimandavano, assaporava la felicità, la libertà, la gioia di
correre dappertutto senza nessuno che gli dicesse quello che poteva e quello che non
poteva fare. Pareva volasse Giuliano, correva e si buttava a terra, rotolava con le gambe
allungate, saltava, allargava le braccia imitando un aeroplano, entrava e usciva dai
bunker rivoltando la sabbia bianca e sottile che gli ricordava la spiaggia, il mare, le
vacanze con il nonno, schiacciava con forza l’erba dei green lasciando soffici impronte
e toglieva le bandiere per scrutare cosa mai contenessero quelle piccole buche nere.
Improvvisamente sentì una voce…oh no… era quella di suor Letizia, incrinata dalla
preoccupazione. Lo stava cercando. Non sapeva se rispondere, sarebbe stato un peccato
andare già via, ma un pensiero gli balenò nella mente… forse, chissà, magari anche a
“Madre, madre Letizia, sono qui, eccomi, non gridare così forte, sto arrivando,
eccomi…madre scusami tanto ma io non ho proprio potuto resistere e sono venuto nel
campo…prometto che non scapperò mai più…madre non mi sgridare ti prego…”
Giuliano affannato e sudato parlava senza sosta, era disperato, non voleva che madre
“Giuliano Giuliano, che paura mi hai fatto prendere, ero sicura che fossi qui, quando
non ti ho più visto in terrazza sono venuta direttamente verso il campo, dovrei sgridarti
lo sai? e punirti per quello che hai fatto…”
“Lo so madre, mi punirai domani però, questa è una sera speciale, è la festa della
Madonna e lei ci perdonerà vedrai, perché non entri anche tu madre? Non l’hai mai fatto
no? allora prova, è bellissimo, è una cosa meravigliosa…”
Dopo un attimo di silenzio e di esitazione suor Letizia si era tolta le scarpe e le aveva
messe vicino a quelle di Giuliano. Poi era passata sotto la palizzata, aveva preso il
bambino per mano e si era avviata così, con le sottili calze bianche, lungo le piste di
erba. Avevano camminato a lungo, ridendo, rincorrendosi, abbracciandosi, avevano
percorso il campo in tutte le direzioni fino a non poterne più. Poi si erano distesi su un
green esausti, lei gli aveva preso una manina tra le sue e avevano contato le stelle.
Si alzò dalla sdraio, si stiracchiò, prese il bicchiere vuoto e rientrò in camera; la notte
era un po’ umida e domani mattina non voleva sfigurare.
Giuliano Derrati -24mo in Europa e 45mo nel ranking mondiale- aveva fatto 68 il primo
giorno, un orribile 74 il secondo e domani avrebbe giocato per aggiudicarsi 127.000
euro, una cifra che in caso di vittoria avrebbe donato alla Colonia Alpina. Chissà se suor
Letizia sarebbe venuta a vederlo, era diventata la Madre Superiora ed era sempre molto
impegnata, ma Giuliano contava sulla loro amicizia, sul segreto che non avevano mai
confidato a nessuno e che li aveva legati magicamente per sempre….quindi non aveva
dubbi, suor Letizia domani non sarebbe mancata e l’avrebbe trovata ad applaudirlo
proprio a metà della 12, ne era certo, dove un lontano 14 agosto, in una notte di luna
piena, entrambi si erano tolti le scarpe ed erano entrati furtivamente nel campo da golf.
Un sorriso passò veloce sul volto abbronzato di Giuliano.
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